Lo spettacolo e fuori! Dappertutto la folla si mischia, spinge, gente vivace, colorata, sporca, uomini e donne, bambini, un grande chaos che da l’impressione di un continuo movimento allegro. I commercianti vendono di tutto, tapetti, oggeti artigianali, vasi, decorazioni, spezie, immagini, statuette, calendari...
I negozianti di sigarette, altra tanta gente, tante bancherelle fanno bruciare dell’ incenso profumando le strade. Delle altre bancherelle con dei prodotti cucinati unicamente vegetariani, sempre con tante spezie, con del burro da un cuoco Brashim. Le pasticcerie bengali hanno dei nomi che suonano come la musica e sono sempre piene. Per qualque rupi, un bambina vi offre delle arance, una ragazza una collana di jasmino. Un suono di tamburo, il chiromante non e mai lontano, pronto con le sue scimmie a darvi uno spettacolo favoloso. Alcuni si fermeranno. Altri staranno accovacciati fumando tranquillamente.
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Dei mendicanti abituati a fare l’elemosina provano sempre a chiedere soldi alla gente che passa. Da un vecchio giradischi si puo sentire la musica di un film appena uscito. E sempre si possono vedere dei polizziotti con pantaloni corti verdi rimettere un po di ordine.
Il mercato non e lontano. Le montagne di frutta fanno un effetto fantastico sulle bancherelle. Secondo le stagioni, le arance di Nagpur, le mele del Cachemire, l’uva di Hyderabad e di Bangalore, le fresche angurie e papaye, i meloni di Panipat, le banane gialle e rosse del Marharashtra e del Kerala, le guaiava di Allahabad, i mango e tutti altri tipi di frutta locale sempre colorata e gustosa.
Le borse di farina e di verdura secca si mischiano ai colori diversi degli ogli, del burro, dei pani rotondi, dello zucchero nero. I macellai, per la maggior parte, musulmani, i pochi pescivendoli si mettono da parte.
Intorno a tutta questa gente viene l’altra cosa tipica dell’India, le macchine. Nuove, vecchie, bici, moto, mucche, asini, rickshaw, cani, tutto orchestrato dal canto dei klaxon fanno che l’India, si guarda ma soppatutto si vive.
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