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Se si riflette sullo studio della composizione e dei colori usati nella pittura indiana, ci si accorge che, al contrario della pittura persiana, che in una stessa opera ci sono molti centri d’interessi e si usano diversi colori che diffondono l’attenzione, i colori al XVII secolo sono piu pallidi e al centro dell'attenzione. Infatti, i colori emergono grazie alla luce usata che e un metodo europeo.
All’apparire della composizione percettibile nelle prime opere del regno di Akbar, si nota la composizione in diagonale presa in prestito dai persiani. Quindi appare l’uso di diverse prospettive : quella in altezza, quella aerea e panoramica, l’occidentale e l’orientale (o prospettiva invertita : le linee sulla base della composizione convergono al primo piano).
Al XVII secolo, l’artitsta indiano cerca di tradurre la stabilita, raggiungendo il suo obiettivo usando linee diritte e subordinando tutte le parti della tabella ad una idea di insieme. Si approvera la conclusione d’Ivan Stchoukine : “la composizione moghul al’XVII secolo e il risultato della sintesi tra gli elementi autonomici e contributi stranieri”. All’’India deve la struttura monumentale e l’ordine geometrico, a l’Europa la relazione organica delle sue parti, la subordinazione all’ insieme e l’unita perfetta che ne risulta. Quanto ai colori, si compongono di semitoni, rosa, avorio, pervinca, grigi e marrone.
Al XVIII secolo, la composizione e la stessa che nel secolo precedente : l’occupazione di linee diritte e di superfici vuote, compare tuttavia di una tendenza al fasto e al grandioso.
A partire della seconda meta del XVIII secolo, l’influenza della composizione occidentale e piu accentuata, benche Mir Chand usa ancora in certe opere, lo stile di composizione persiano o quello dell’ India del XVII secolo. I colori continuano ad adottare riflessi scuri utilizzati alla fine del XVII secolo, grigio, marrone, violaceo, color malva, ai quali si aggiuge il rosso che da efetti di contrasti,
In conclusione, si vedra con Ivan Stchoukine, che l’arte moghul e un arte profana e mondana che si ferma rapidamente con l’influenza persiana per subire, fino all’’epoca de Jahangir l’influenza europea per quanto riguarda l’arte del ritratto, la composizione, i colori danno l’impressione di un ritorno allo studio della natura.
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